Le commissioni di performance, una pessima abitudine

Si tratta di commissioni atipiche, dovrebbero premiare la capacità del Team di Gestione in presenza di risultati di particolare rilievo, diciamo sopra la media. Troppo spesso, però, sono usate per costituire privilegi e piccole o grandi truffe. Oggetto di attenzione da parte della stampa. Sono state oggetto di moral suasion da parte di Bankitalia, più volte scesa in campo invitando Banche e Reti ad applicarle in modo corretto.

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Performance = Risultato. Questa è la matrice in base alla quale si inseriscono tra le clausole dei Fondi queste bizzarre commissioni. Bizzarre ? Certamente, perché anche in questo caso il regolatore ha omesso di disciplinare questo passaggio. Sta dunque alla sensibilità delle singole aziende codificare questo artifizio in modo corretto, rispettando cioè lo spirito, il presupposto della norma. Quale è questo presupposto ? Molto semplicemente si tratta di riconoscere un premio al gestore, un bonus aggiuntivo, ma solo nel caso in cui la sua gestione ( in un dato anno ) si caratterizzi con risultati molto significativi, ben superiori rispetto a quel che ha prodotto il mercato stesso ( ovviamente si intende un mercato omogeneo, cioè se il gestore investe in obbligazioni si fa il paragone con il mercato delle obbligazioni, e così via per il resto).

Con un esempio sarà tutto più semplice. Un gestore sul mercato obbligazionario italiano, nell’anno x, realizza col suo Fondo un +5%, mentre il mercato non ha superato il 3%. In questo caso quel gestore ha realizzato un reale sovra rendimento ( +2% rispetto al mercato ). In virtù delle commissioni di performance ( serie ) a quel gestore va riconosciuto un premio del 20% di quel 2% in più che ha saputo realizzare: cioè lo 0,4%. Facciamo due conti = Fondo obbligazionario valore 1.000.000,00 di Euro, rendimento 5%, cioè 50.000,00 Euro, mentre il mercato ha reso solo il 3%. Il gestore ha prodotto un sovra rendimento di 20.000,00 Euro. Da quell’importo il gestore può legittimamente accantonare per sé il 20%, cioè 4.000,00 Euro, oltre alle normali commissioni di gestione. Nulla da eccepire, il cliente del Fondo ottiene comunque un sovra rendimento, anche dopo le commissioni di performance, che è pari all’1,6% ( 2% meno il 20% del 2% ).

Allora cosa c’è che non va ?

Non va quando le regole sono scorrette. Non va quando il premio è previsto avendo come concorrente non il mercato in cui si opera ma parametri di liquidità prossimi allo zero ( quindi superabili con estrema facilità ), non va quando il premio è previsto anche quando il risultato è conseguito dopo un crollo brutale del mercato, cioè quando si recupera dopo una batosta. Queste storture sono state oggetto di campagne di stampa  ed inchieste importanti, negli anni scorsi, ed anche oggetto di attenzione da parte di Bankitalia e Consob. Eppure poco o niente è stato ottenuto, anzi, alcune delle 3/4 Reti/Banche incriminate sul tema, hanno replicato sostenendo che se qualcuno avesse imposto una regolamentazione di quelle commissioni, loro le avrebbero recuperate aumentando quelle ordinarie ! Va sottolineato che queste 3-4 Reti/Banche sono risultate talmente attive, nella regolamentazione fasulla delle commissioni di performance, da riceverne un contributo in bilancio pari al 40%-60% del totale degli utili. Un vero e proprio furto, ai danni dei sottoscrittori !

 

Presta attenzione alle commissioni di performance, alcune Banche la stanno eliminando dai loro prodotti e questo è già un buon risultato. Ma se proprio sono previste, che almeno siano regolamentate in modo serio e non truffaldino.

Dedica tempo alla lettura dei documenti, verifica. Sono in gioco i tuoi soldi e ricorda, non sono semplicemente soldi: è il tuo futuro.

Qui accanto un richiamo della CONSOB sul tema delle commissioni di performance. Risale al Luglio 2015 ( appena prima dei crac Banca Etruria, Banca Marche, Cari Chieti, Cari Ferrara e del conseguente azzeramento delle obbligazioni subordinate ).

Ne hai mai più sentito parlare sulla stampa o in TV ?

Questo studio ufficiale, pubblicato da un famoso editore specializzato ( Giugno 2016 ), segnala che ben 4 big Banche/Reti italiane, proprio nel 2015, hanno realizzato gran parte dei loro utili di bilancio in virtù delle poderose commissioni di performance prelevate dai Fondi.

Si va dal 30% ( 35 milioni su 117 ) dell’ultimo, diciamo quello più educato, per arrivare al top: 74% ( 326 milioni su 439 ).

I nomi delle aziende sono stai oscurati, anche se il documento è pubblico, per evitare strumentalizzazioni.

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