Sono affezionato a questa vecchia immagine, essa rappresenta il luogo dove è iniziata la mia storia. Si intravede una salitella, un cortile, accanto alla chiesetta, lì sono nato l’8 dicembre del 1951.
Da giovane percepivo, dentro me stesso, un germe di rivolta verso il mondo che stava per accogliermi. Come spesso accade ai giovani, fui catturato e travolto, insieme ai miei coetanei, dal vizio della palingenesi: è tutto da abbattere, tutto da rifare. Non era vero.
Diplomato in ragioneria, con la chiamata del Banco di Napoli (1974) iniziai a capire che partecipare, fare e contribuire, avevano un buon sapore: rendere un servizio a commercianti, artigiani e famiglie – dallo sportello di una banca – mi rendeva soddisfatto, sereno. Il lavoro mi cambiava ed io cambiavo il lavoro: primi passi.
Fui promosso capo ufficio, poi quadro direttivo. Prima a capo della Segreteria, poi Preposto di agenzia: un percorso che mi vide costantemente impegnato nel migliorare processi e produttività, dando risposte migliori all’utenza. Ma lavorare meglio, quindi partecipare ed essere attivo nel costruire il FARE, mi pose in conflitto con la struttura. Procedure automatiche già allora governavano il nostro lavoro, dunque capacità ed esperienza non avevano più spazio in quel mondo. Si trattò di scegliere tra restare o andare, abbandonare quelle gabbie, vere e proprie prigioni limitanti (professionalmente ed umanamente), oppure arrendersi e restare. Una volta di più il bivio si proponeva: fare o non fare, non c’è provare.
La distanza da quel mondo era ormai definitiva, direi persino metabolizzata: le dimissioni furono un gesto spontaneo, anche se abbandonare luoghi ed abitudini – dopo 27 anni di vita e di esperienze – mi procurò una certa emozione. Divenni Promotore Finanziario Consob-Ocf nel Luglio del 2001. Da quel momento fui completamente libero di FARE, prendendo finalmente su di me la responsabilità del mio lavoro. Nei sei anni successivi misi a frutto esperienza, cuore, nuovi studi e curiosità, fino ad elaborare, nel 2007, la mia antropologia del rendimento … una TESI che propone una rilettura umanistica della finanza, elaborata sulla base delle imprescindibili e fondamentali lezioni di Ludwig von Mises, Sergio Ricossa, Renè Girard: economia, etnologia, filosofia.
L’antropologia del rendimento è un vero e proprio metodo di lavoro, fondato sul rispetto del mercato (economico-finanziario), con particolare attenzione al mercato degli investimenti. Questo metodo abbraccia, senza mezzi termini, l’idea di natura e di semplicità: usa questi abiti mentali per rileggere il mondo delle quotazioni, degli affari, dei successi e dei fallimenti.
Oggi tutti inneggiano alla sostenibilità, ma troppo spesso viene invocata come paravento. Tutti si dichiarano impegnati ad agire nel rispetto della natura, e pare allora incredibile che nessuna Istituzione abbia pensato di estendere questo approccio (estenderlo davvero) al mondo degli investimenti, magari invitando i protagonisti ad educare i risparmiatori, anziché compiacerli con tecniche di finte certezze. Siamo infatti sommersi da algoritmi, derivati, equazioni, scorciatoie e dissimulazioni. Sovrastrutture, gabbie, che introducono nel mercato (e nella mente dei risparmiatori) deformazioni strutturali, trappole che allungano i loro effetti perversi molto in là nel tempo (Crisi Sub Prime, 2008).
Ditemi: trovate innaturale, scomoda o inopportuna l’idea di un contadino che attende la maturazione del raccolto ? Egli attende che il tempo faccia il suo corso, attende. Cosa vi fa pensare che nel mondo degli investimenti sia tutto diverso, tutto programmabile ?
La verità è che non siamo più educati ad aspettare, ad ascoltare, a riflettere. Questo tempo suggerisce una sorta di dominio della velocità sul pensiero: è possibile avere tutto, subito. Le conseguenze – semmai – le pagherà qualcun altro.
L’approccio sostenibile, il rispetto per la natura vengono meno, oggi, proprio in quel mondo delicato, fragile eppure fondamentale, che accoglie e raccoglie uno dei beni più preziosi, quello che in ogni società funge da cuore pulsante del divenire, presente e futuro: il risparmio delle famiglie. A questo mi dedico, questo propongo e realizzo, sui risparmi dei miei clienti, nella pratica di tutti i giorni, da anni: accettare il mercato per come è, senza pretendere di piegarlo al proprio comodo, godendo in tal modo dei frutti spontanei che produce, in maniera perfettamente sostenibile, per tutti.
Lo dico e lo metto in pratica da anni: fare o non fare, non c’è provare.