SECONDA REGOLA
COME LO FAI
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Investire non si risolve con una intenzione, non si trasforma in un atto concreto da solo, senza la tua attiva partecipazione. Investire significa compiere azioni, scegliere prodotti, modi & metodi. Dopo la prima regola, devi ora scegliere lo strumento, quello migliore, evitando di restare intrappolato nella matassa degli errori frequenti. L’immagine qui accanto aiuta: infatti gli strumenti per investire funzionano come gli strumenti di un’orchestra. Presi singolarmente sono affascinanti, ciascuno nel proprio specifico. Ma per eseguire una sinfonia devi suonarli tutti assieme e devi saper assegnare a ciascuno ruolo e spazio adeguati: ci vuole qualcuno che li governi.
Il messaggio è diretto: da solo non puoi fare nulla, o meglio. Da solo oggi puoi anche fare molto, ma difficilmente puoi farlo bene. Ci sono molti strumenti a disposizione, certo, molto efficienti tecnicamente, ma il problema rimane. E’ un problema che non potrai risolvere mai, in nessun modo, perché oltrepassa il dato, apparentemente risolutivo, dei tanti mezzi a disposizione ( troppi, tanto da far confusione ).
Siamo sopraffatti da una enorme quantità di informazioni. Dettagliate, oppure pervasive, anche inutili, a volte fuorvianti. Facilmente puoi sopravvalutare la sintesi, con tanta dotazione. Avere tante informazioni non serve a molto, se non hai conoscenza diretta nel campo. I consulenti fanno la differenza per questo, distinguono le informazioni vere da quelle false, quelle utili da quelle inutili, quelle dannose da quelle affidabili.
Impara a distinguere tra informazioni e competenza.
PRODOTTI
Ti sei orientato verso il campo delle attività produttive, sarai socio di qualcuno, bene. Ti ricordo a questo punto la distinzione tra prodotti NATURALI e prodotti ARTIFICIALI. Io ora andrò ad escludere questi ultimi, altrimenti sarà vana la scelta di essere socio. Mi chiederai: perché ?
ETF, ETC, CFD, CERTIFICATI, OPZIONI ( e via dicendo ) sono tutti prodotti artificiali, danno l’illusione di investire nel mondo delle attività produttive, ma non è così. Consegni i tuoi soldi a un Ente Finanziario che costruisce l’involucro, simulando alcune strutture dei mercati ( indici, settori, valute, scostamenti ). Lo fa utilizzando equazioni ed algoritmi. Nel momento in cui investi in prodotti artificiali diventi CREDITORE di questo Ente Finanziario ( il costruttore del prodotto artificiale ), il quale ( essendo tuo DEBITORE ) si impegna a restituirti il valore di quell’investimento, dietro l’osservanza di precise regole ( se potrà ). Ma vedi, c’è che i derivati sono costruiti in modo da garantire a chi li emette di vincere in ogni caso, comunque vadano le cose, quindi il tuo guadagno, se ci sarà, sarà giocoforza inferiore a ciò che ha prodotto il mercato di riferimento. Insomma, ti offrono di norma un rendimento inferiore ed hanno in genere durate limitate: alla fine tutto si traduce in un guadagnare meno rischiando di più.
Come mai allora sono sulla bocca di tutti ?
Perché offrono alle persone l’illusione di poter aggirare il mercato. Eppure hanno una probabilità di successo contenuta ( in alcuni casi si arriva a vere e proprie scommesse spacciate per guadagni sicuri ). Gli Emittenti di questi artifizi allettano i lettori con premi, bonus e tanta pubblicità ( vedi immagini qui accanto ).
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L’investimento si trasforma, avidità e smania gli fanno assumere la prospettiva nuova ed eccitante di un azzardo: il fremito di un dado gettato a caso, l’idea che la sorte può cambiarti la vita in un secondo. La stessa cieca illusione che nel 1637 spingeva gli uomini del tempo, abili commercianti, a credere che il bulbo del tulipano potesse crescere di valore, senza sosta. Quindi ? Quindi evita di cadere in questa trappola, rispetta le cose per quello che sono ( compreso il mercato degli investimenti ) e prosegui sulla strada di una razionalità informata.
Facciamo il punto. La filiera delle attività produttive è un riferimento corretto ed auspicabile per tutti. Ma come raggiungerle, queste attività, come individuare quelle sane ed utili, che si mantengano tali anche nel tempo ? Insomma, come controllare che il DOVE si realizzi in modo corretto ?
Non puoi farlo da solo. Non posso farlo neanch’io, da solo. Il mondo delle attività produttive è diventato molto variegato, sorgono e scompaiono velocemente aziende, sorgono e scompaiono velocemente interi settori economici, sotto la spinta di una potente innovazione ( disruption la chiamano ). Controllare tutto questo richiede una dedizione professionale continua, quasi esclusiva, cosa che io e te non possiamo mettere in campo. né mantenere a lungo. Immagina, tra le altre cose: come fare per individuare quali sono i Paesi più affidabili da un punto di vista geografico, sociale, economico, logistico e politico, prima e durante la vita dell’investimento ? Missione impossibile.
La soluzione sta nel buon senso, ancora una volta, nel sapersi guardare attorno. Il consulente è in grado di selezionare le informazioni, dicevamo, ed è questo che faccio. Intercetto, per esperienza professionale, conoscenza diretta, i migliori prodotti che risolvono tutte le questioni di cui abbiamo parlato. Sono disponibili prodotti regolamentati per legge che sanno fare molto bene questo lavoro, da decenni e decenni: i FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO. Hanno inoltre caratteristiche particolari di affidabilità, infatti si offrono agli investitori sotto forma di unicità finanziaria ( cioè una identità censita e controllata ), ma al loro interno si suddividono in sezioni separate. Parti distinte per ruolo, responsabilità e controllo. Tanto da risultare tra gli strumenti più sicuri.
Sono suddivisi per legge in tre elementi, separati per attività e figura giuridica:
Il FONDO è titolare, proprietario di tutti i valori, il suo patrimonio è suddiviso in quote, non svolge alcuna attività.
La BANCA DEPOSITARIA è un Ente terzo, custodisce i valori del Fondo ( deposito titoli e c/c ), esegue gli ordini emanati dal Gestore.
Il TEAM DI GESTIONE decide dove, come e quando investire, si avvale di consulenti e collaboratori nelle zone economiche rilevanti. Ordina alla Banca Depositaria i movimenti di Gestione. Non può accedere al Patrimonio.
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Siamo sulla buona strada, ma non è tutto. Anche in questo caso dobbiamo procedere ad una correzione importante. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito ad un decadimento qualitativo nel mondo dei Gestori, conseguenza di diversi fattori, tra cui:
– forte sviluppo della attività di AM ( Asset Management – Gestione di Attivi ), da questa forte espansione è derivato un inevitabile abbassamento della qualità media degli addetti;
– uniformità delle strategie monetarie, con conseguente livellamento degli standard di riferimento, da qui anche omogeneizzazione e livellamento delle strategie di investimento, con effetto HERDING ( imitazione collettiva ) tra gestori ( vedi immagine );
– difficoltà nel decifrare ( dai resoconti ufficiali ) il reale contenuto di un Fondo, conseguenza della forte evoluzione degli strumenti a disposizione per attività di speculazione e/o copertura;
– difficoltà di neutralizzare, attraverso una mirata scelta, le particolarità di gestione dei singoli Team, anche loro travolti dall’usanza deleteria delle trimestrali ( i risultati nel breve ), oppure – in aggiunta – influenzati da fattori nazionali di appartenenza che possono condizionare la selezione delle aziende su cui investire ( vedi immagine ).
E’ sorta per questo, da alcuni anni, diciamo dal 2015 in poi, l’esigenza di avere a disposizione del consulente il supporto di una attività professionale di monitoraggio e selezione dei Fondi, quindi anche di un rapporto diretto con i Team di Gestione. Per avere chiarimenti, notizie dirette sulle attività di gestione, sugli orientamenti, sulla visione macro, quindi sulle intenzioni e sulla direzione di investimento.
Tutti controlli e verifiche molto approfondite, decisamente tecniche, che il singolo consulente non può fare, oggi non più.
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Per risolvere questo problema è sorto il Fondo di Fondi. Non è altro che un Fondo il quale, a sua volta, seleziona sul mercato i migliori Fondi a cui affidare quote di gestione del Patrimonio. Normalmente si tratta di riunire da 7 a 10 prodotti. Selezionati in base alla loro affidabilità e continuità di risultati, come alle caratteristiche dei componenti il Team di Gestione.
Il FF non si limita soltanto alla selezione, esegue anche un controllo continuativo ( normalmente trimestrale ) sui Fondi sottostanti. Può decidere di sostituirli con altri, oppure di sospenderli, nel caso si manifestassero fenomeni di gestione non soddisfacente, insomma non in linea con i parametri qualitativi richiesti. Il FF garantisce diversificazione amplificata e controlli rafforzati.
Attenzione = alcune case costruiscono FF con loro prodotti, questo non va bene. Un conto è fare opera di selezione e vigilanza su prodotti di terzi, altro è controllare se stessi, quindi incassare due volte le commissioni per il medesimo servizio. Fai attenzione, siano rare le eccezioni.
Comunque sia andata rifletti, elabora, valuta e approfondisci: insomma chiedi.
Non arrenderti di fronte a ciò che non comprendi subito, scrivimi qui: info@progettophenice.it